di Laura Venuti
Gli italiani alle prese con la crisi tagliano un po' su tutto. E per sopravvivere tornano alle regole dimenticate del risparmio. Ma pin molti devono rinunciare alle cure mediche o all'idea di un figlio
Passeggiano in centro invece di andare a cena fuori, vanno alla biblioteca comunale per non comprare più libri e giornali, depurano l’acqua del rubinetto per risparmiare sulle bottiglie, portano a casa il panino che resta dalla mensa aziendale, congelano gli avanzi delle cene e all’autostrada preferiscono la statale per non pagare il pedaggio. Vivono con i volantini delle offerte dei discount in mano e vanno a trovare meno i genitori perché “la benzina è un lusso”. Cinema, teatri e vacanze non sanno più che cosa siano. E provano a fare
tutto in casa: dai detersivi al pane e alla pizza fino alla ceretta e al taglio di capelli.
E’ così che gli italiani raccontano il loro modo di sopravvivere alla crisi nel
diario online che
Repubblica.it e
Kataweb hanno messo a loro disposizione. E la fotografia che i lettori si sono scattati ritrae persone che tagliano su tutto.
Tagliano persino dove proprio non si dovrebbe, cioè
sulle spese mediche come le visite specialistiche, il dentista o la fisioterapia. Una donna sarda racconta: “Ho dovuto ridurre a mio figlio 28enne disabile al 100% la frequenza delle sedute di ippoterapia e piscina”. E c’è anche chi, come una donna bolognese che si avvicina ai 40 anni, chiude l’elenco delle sue rinunce materiali con quella che probabilmente è la più dolorosa: “Abbiamo cancellato svaghi come cinema e teatri. Abbiamo ridotto i pasti fuori casa. Stiamo
rinunciando a un secondo figlio”.
Sono in tanti a raccontare storie meno drammatiche ma fatte comunque di sacrifici quotidiani, una buona dose di
inventiva e un ritorno alle abitudini di
risparmio che sembravano solo un ricordo. E se al primo posto delle cose da tagliare ci sono i divertimenti – dal cinema al teatro – l’abbigliamento e i mobili, per più di uno su quattro
il cibo è una delle voci principali su cui provare a risparmiare qualcosa. Molti raccontano di aver iniziato a fare pasta, pane, biscotti e persino i detersivi in casa. Altri lettori hanno cominciato a
coltivare il loro orto personale nel tempo libero, come ad esempio una giovane operaia metalmeccanica della provincia di
Ferrara. “Alcune volte a settimana – racconta invece amareggiato un lettore - mangio a cena una tazza di latte e caffè con il pane che avanza, erano 45 anni che non succedeva”. Un altro lettore, invece, sostiene fiero che la sua alimentazione è migliorata: “
Niente più precotti, preconfezionati e lavorati. Provate a calcolare quanto costano le crocchette di pollo surgelate al chilo e verificate quanto costa, al chilo, un pollo intero. Mangiamo più legumi secchi, più minestre (con le ossa del pollo...)”.
Abbigliamento,
parrucchieri ed estetisti sono altre voci che si tenta di ridurre al minimo. In tanti comprano ormai solo ai
mercatini o ai
saldi. Una ragazza della provincia di Varese la prende con filosofia e scrive: “Cosa positiva, ho imparato a cucire”.
Un’insegnante romana riassume invece così lo stile di vita della sua famiglia al tempo della crisi: “E’ un anno che non vado dal parrucchiere,
i capelli me li taglio da sola, anche mio marito, glieli taglia il ragazzo di mia figlia con la macchinetta, prima andavamo alle mostre, ora non più, in due costa minimo 20 euro, e io ci faccio la spesa; per vestire vado avanti con quello che ho, qualche mercatino, ma
se mi invitano da qualche parte dico che non posso”.
In tanti hanno deciso di rinunciare per prima cosa agli abbonamenti alla tv satellitare o al digitale terrestre. Molti hanno
tagliato la spesa del
telefono fisso e vanno avanti solo col cellulare. Altri hanno razionato anche quello, e se possono comunicano
solo con gli sms.
Anche per risparmiare sulle bollette qualche modo i lettori l’hanno trovato. In tanti fanno più attenzione a spegnere le luci, attaccano scaldabagno e riscaldamenti il meno possibile e magari abbassano anche le temperature. E a volte smettono di usare gli elettrodomestici che hanno: “Ho quasi
eliminato l’uso della lavatrice – racconta una quarantenne romana - per sostituirlo con le lavanderie a gettoni dove riesco a fare 4-5 lavatrici con un unico lavaggio: si risparmiano tempo, corrente e consumo di acqua; utilizzando anche l'asciugatrice, elimino l'uso del ferro da stiro”. Un uomo romano ha invece adottato una soluzione un po’ più radicale: “Tiro l'acqua del bagno due volte al giorno.
Basta sprechi”.
Raccontate anche voi le spese voluttuarie cancellate, i tagli necessari per arrivare a fine mese, le prospettive delle vostre finanze da qui a sei mesi, come pensate che stiano reagendo le istituzioni, da quelle sovranazionali, ai governi, agli enti locali e agli organismi di categoria; e per finire, se poteste suggerire loro un provvedimento da adottare, cosa chiedereste